ARTI E AFFINI

E' un laboratorio mobile: io (la Silvia Spagnoli), la mia testa (che si imbianca di esperienza) e i miei (variegati) materiali.
E' anche un laboratorio stanziale (e in costruzione) presso la mia abitazione, dove ci si sperimenta e si realizzano artigianalmente idee.




sabato 23 luglio 2016

Just like a Woman - la Stanza del Corpo

Lo ammetto, da un po' sono assente con gli aggiornamenti al blog.
Ma, Diavolo, sono stata travolta dagli eventi: tipo un milione di nuovi progetti a cui non si poteva dire di no!
E uno dei più importanti è stata la sfida di riuscire a mettere in piedi una mostra alla prestigiosa Casa del Mantegna. Naturalmente senza la meravigliosa Susan Dutton non sarei andata da nessuna parte...
ma per saperne di più della Mostra e del progetto che ci ha guidato date una occhiata qui.

Voglio di seguito focalizzare  anche se brevemente - giuro- sul mio lavoro.
Sono partita dai calchi di donne in gravidanza (su commissione) sono passata da un lavoro autobiografico e mi sono ritrovata a indagare corpi di donne che avevano da raccontare storie non solo relative all'essere madri ma anche allo stato sociale, al disagio, ai desideri.

E all'improvviso mi è stato chiaro che  l'importanza dell'opera non stava ormai più nel risultato estetico ma STA nell'atto umano di ascoltare quelle storie (tramite interviste fatte durante il calco del corpo)  che si trasforma in atto artistico nel momento in cui io faccio da filtro  tra queste storie e coloro che fruiranno del lavoro finale. E poi continua negli occhi di chi guarda (come dovrebbe fare l'arte tutta), muovendo spesso il desiderio in queste persone di raccontare a sua volta la loro storia.
Questo è successo ieri all'inaugurazione e oggi anche, con le donne che hanno partecipato al laboratorio "Beata Maternità" che ho tenuto nella Stanza del Corpo - quella dedicata ai miei lavori- dove dopo un excursus della rappresentazione della maternità nella storia dell'arte abbiamo giocato con Maternità famose creando un autoritratto. E ci siamo raccontate.
E per me questo è fondamentale: l'arte come veicolo per confrontarsi, per emozionarsi, per capire se stessi e il mondo.

Basta, non dico più nulla, bisogna andare a vedere la mostra. E dedicarsi un tempo per soffermarsi a guardare tutto: il lavoro di Susan, enorme nella produzione e nei significati che racchiude, vasto e ricco come la vita che ha fatto. Il lavoro di Alessia, semplice e bidimensionale, come un selfie. 

Sarebbe bello prendersi un tempo per riconoscere se stesse - o la vicina di casa, o l'amica, o la madre, o la figlia- in ogni quadro. Se siete donne.
E se siete uomini vi chiediamo di prendervi un tempo per entrare nel nostro mondo e guardarvi attorno con stupore.

Di seguito l'allestimento della Stanza del Corpo prima dopo e durante (e un trilione di grazie a Claire che mi ha aiutato nell'allestimento. e anche a chi mi ha prestato alcuni oggetti e a chi mi ha prestato i corpi), e poi le meravigliose partecipanti al laboratorio di oggi.
Tutto alla rinfusa.